Antonio Barone ha creato Dalloro modernizzando la ricetta della sua famiglia. La pianta dei poeti a profumare il bicchiere e tutte le iniziative, compresi dei dolci speciali
Si ispira alla lentezza siciliana e mediterranea, all’artigianalità e semplicità dei riti che si tramandano, all’Isola che si nutre di sospensioni temporali e paesaggi rurali. Dentro la storia di Dalloro, il liquore artigianale a base di alloro, c’è tutta la Sicilia antica e quella del futuro, il mito greco del nostos, la nostalgia e il ritorno nell’Isola, il legame ancestrale con la terra, la sfida della nuova generazione. Siamo a un passo dall’entroterra siciliano, a Villafrati, in provincia di Palermo, al confine con i Monti Sicani e la Valle del Torto e dei Feudi. In questa vallata incontaminata e bucolica, iconica e cinematografica, il giovane Antonio Barone ha fatto ritorno dopo tanto peregrinare.
Under 30, studi blasonati in management alla Bocconi, esperienze di lavoro internazionali dal Brasile al Marocco, passando per Barcellona, Antonio è protagonista di quel “moto di rientro” che ha riportato a casa molti suoi conterranei. Recupera un vecchio rudere di famiglia del ‘900, insieme alla coltivazione spontanea di alberi di alloro, circondati da uliveti, eucalipto, agrumeti, alberi di ciliegio e spighe di grano antico siciliano. La memoria lo riporta al rituale lento che accompagna da sempre il dopo pasto delle grandes bouffes siciliane: il liquore a base di foglie di alloro macerate, fatto in casa dalle donne sicule, la cui ricetta preziosa si trasmette in fogli di carta ingialliti e spesso indecifrabili, o addirittura attraverso quel patrimonio immateriale della tradizione orale sicula. Antonio recupera la ricetta originale della mamma e la nonna, ne modifica alcuni aspetti rendendo il nuovo liquore più morbido, fresco, versatile, rotondo.
Un packaging e un’etichetta accattivanti, realizzati con materiali riciclabili, rimandano subito all’idea di un’altra Sicilia: verde, sostenibile, contemporanea e attenta all’ambiente. Dalloro trova piena espressione non solo nella lentezza domestica del sorseggiare dopo i pasti ma anche nell’arte sperimentale della mixology. A giocare con le note dolci e torbide di questo digestivo artigianale, senza additivi chimici e coloranti, con i suoi sentori di eucalipto e agrumi, ci hanno pensato alcuni mixologist; l’estro e la creatività hanno dato vita a nuovi twist, su classici come il Margarita o lo Spritz. Sono nate anche nuove ricette e cocktails, come la versione alcolica del Canarino, trasformato in un digestivo fresco e corroborante con liquore Dalloro, tonica e succo di limone, ideato per un rinfresco al ristorante di Palazzo Branciforte a Palermo. O il più complesso “Green Goblin”, frutto della sperimentazione al Cocktail bar ‘Castigamatti’ sempre a Palermo, con Mezcal, acquafaba ed una nota piccante (Ancho Reyes).
Sperimentale o tradizionale, Dalloro vuol essere soprattutto un’esperienza di gusto lenta. Non solo drinks, il digestivo a base di alloro ha incontrato anche il gusto e le ricette nate in pasticceria, frutto del sodalizio con il pastry chef della vicina Mezzojuso, Giuseppe Zito. Nel laboratorio del Bar Gesualda, Zito ha creato il Panettone rurale con il liquore e le foglie di alloro, trasformate in note sfumate nell’impasto e nell’uva sultanina. Un duo vincente, quello di Zito e Barone, che a Pasqua ha bissato con i biscotti in polvere di alloro, grani antichi siciliani, semi di zucca e girasoli.
Visionario ma anche pragmatico, con un piede nella classicità della Sicilia mediterranea e l’altro nel modello fattivo, veloce, smart, di matrice nord europea, Antonio vuole attuare in Sicilia un paradigma imprenditoriale rivoluzionario, green come si direbbe oggi. “Il vero progresso è tornare alla lentezza, vero valore aggiunto di questa società dedita al consumismo”, commenta. “Bisogna vendere meno ma puntare alla qualità, essere consapevoli della propria ricchezza storica e naturale, raccontare il territorio e fare sistema”. Ambizioso e con le idee chiare, Antonio Barone sta mettendo insieme i vari pezzi del macro progetto Casa Allora, di cui il laboratorio liquoristico rappresenta solo una parte. A prendere forma sarà la casa rurale trasformata in struttura ricettiva, un centro dove organizzare concerti, yoga e cucina; il progetto gastronomico prevede un menù prevalentemente vegetariano, gli orti coltivati in permacultura, l’itinerario storico naturalistico, il laboratorio di saponi naturali e artigianali. “Ad ispirarmi è la filosofia slow travel, la lentezza sinonimo di connessione con la natura, i piccoli gesti. Mi piace chiamarlo lusso naturale, perché al comfort irrinunciabile vorrei unire la semplicità e la bellezza della natura”.
Tratto da un articolo su “La Repubblica”, vedi: https://www.repubblica.it/il-gusto/2021/04/27/news/spiriti_sicilia_liquore_dalloro-297755837/
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