Via S. Liborio, 58
94014 Valguarnera Caropepe (EN)
Il 24 agosto 2010 è stata formalizzata un intesa tra il Comune di Valguarnera e l’Associazione Valguarneresi nel Mondo, che ha dato vita presso il novecentesco Palazzo Prato, al primo museo Etno Antropologico e dell’Emigrazione Valguarnerese.
Con il museo si recuperano e si conservano gli oggetti che hanno fatto parte della comune storia e della vita quotidiana di intere generazioni di Valguarneresi costrette in passato (e non solo), come la maggior parte delle comunità siciliane, ad una vita difficile e piena di fatiche, ma certamente e per questa dignitosa, non può essere dimenticata.
Gli attrezzi e gli oggetti del lavoro nei campi, nelle miniere, nella vita domestica, l’emigrazione, per tutto quello che rappresentano dal punto di vista culturale, di appartenenza all’uomo, vanno nel loro vero significato mantenuti e trasmessi non come oggetti, ma come valori.
Per questo l’Associazione Valguarneresi nel Mondo si pone l’obbiettivo di tramandare questi valori alle generazioni future, perchè un popolo, una comunità, che non conosce o, peggio, perde le proprie radici, perde inesorabilmente la propria identità.
Il museo si estende su tre piani
Primo Piano
dedicato alla civiltà contadina valguarnerese con una raccolta di utensili che iniziano dalla lavorazione della terra alla mietitura, dalla pulitura del grano alla lavorazione della pasta (con la presenza di un macchinario industriale della fine ‘800) dagli utensili del vino a quelli dell’olio per concludere con gli oggetti della vita domestica.
Secondo Piano
qui si trovano le stanze dedicate agli emigrati valguarneresi nel mondo con una ricca raccolta fotografica e documentaria in loro memoria che racconta i viaggi della speranza.
Sempre al secondo piano due saloni sono dedicati per l’esposizione di mostre contemporanee di pittura, scultura ecc… e per convegni.
Terzo piano
qui è possibile tuffarsi nel mondo della miniera di zolfo di Floristella con una saletta video ed una mostra di zolfo, attrezzi e documenti che raccontano la vita dei minatori
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